Il Bosco e la Zia

Non ci crederete, curiosi lettori, vi sto scrivendo nientemeno che dalla Pensione Gaia Rosola, dove il camino scoppietta e i felini fanno toeletta.

Cosa posso raccontarvi… dunque …

Accompagnata da Occhi Piroetti,  Fox  vagava per i boschi, sotto la pioggia, chè quella mattina avevano malauguratamente deciso di disinfestare da ogni tipo di insetto strisciante e saltante, la sala coi suoi divani e la orribile ma tremendamente isolante moquette.

Erano così costrette ad un esilio di due ore e nel loro vagabondare tra le nebbie avevano peregrinato di bosco in bosco riuscendo a trovare diversi esemplari di funghi discretamente appetibili.

Giunte alfine nel bosco amico proprio vicino alla Gaia, eccole scendere dal Bisonte ed incontrare alcune macchine con le insegne della Polizia.

“Wow ” esclamò Fox che già pensava di trovarsi davanti ad una Crime Scene, e non vedeva l’ora di ficcanasare, “portiamo la macchina fotografica!!!. Sal sarà invidiosissima, sarà un caso come quello della Dalia nera, proprio qui, che emozione e che scoop, chiamatemi Fox  Wegee ” (n.d.a. Wegee è stato un grande fotografo, famoso per recarsi sulle scene dei crimini a fotografare  con un furgone attrezzato a camera oscura) .

Dopo due metri l’entusiasmo era bell’ e che scemato, tutto a causa della scritta che appariva sulla fiancata del furgone. “Polizia Forestale”. Al massimo avrebbero fotografato qualche animale morto o la carogna di qualche carogna di cacciatore, che avrebbe gettato un’aura positiva sul fine settimana.

Mentre erano inerpicate in un roveto che di ardente aveva soltanto i graffi che provocava sulle gambe e le braccia di Fox, ecco provenire dal cellulare la melodia che era stata assegnata alla Zia.

Quale miglior occasione per parlarvi un poco della Zia, credetemi è molto meglio per voi leggere  della Zia piuttosto che sentire raccontare di lei  dalla sua viva voce !

Affetta da “Sindrome da Principe Azzurro” la Zia, unica etero a frequentare assiduamente la Locanda Grassi Tortelli e la Pensione Gaia Rosola. Accenniamo solo alle sue marmoree tette che sono nate e vissute libere da reggiseno di sorta e che ella ostenta fieramente ad ogni occasione per continuare subito con del sano maligno pettegolezzo.

Indiscussa regina del regalo Kitsch, senatrice dello scrocco telematico, più volte vincitrice del premio “Prolissa che Prolassa” la Zia vive felice con i suoi felini, e fa vivere infelici un sacco di maschi della specie umana.

In realtà lei aspetta, aspetta un Principe Azzurro, o qualcosa che gli si avvicini, chessò un taxista, un ricco imprenditore, un parrucchiere, un uomo inaffidabile di cui innamorarsi perdutamente fino alla di lui capitolazione, indispensabile segnale di via per il di lei disinnamoramento.

Il suo eterno altalenare  tra l’odi et amo ha causato più di un esaurimento, fino ad arrivare al ricovero coatto ma Lei, la Zia, zigzaga schivando paletti e procede ratta, nella gara della vita, avvicinandosi ora a un uomo ora a un altro guardandosi bene dall’inforcarne uno. Ha recentemente raggiunto il traguardo posto all’inizio del quarto decennio  ma sono sicura che per lei lo Slalom Gigante sia appena iniziato.

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