Fox guidava il Bisonte giù per i tornanti come posseduta, Pixie non la smetteva di miagolare, una rissa con Dart le aveva ammaccato un occhio e aveva proprio bisogno di amorevoli plurigiornaliere cure a base di urticanti colliri che venivano ripagate con generosi graffi e ciuffi di pelo svolazzanti.
Lixie, frustrata come non mai, era ancora posteggiata alla Gaia, in attesa della definitiva transumanza nella Città della Mortadella, per i mesi invernali.
La sera del rientro alla Locanda Grassi Tortelli era in corso un posticipo della notte Del Grande Cocomero, ribatezzata per il bisesto 2004 Notte dell’Aulin (e qui ci si aspetterebbe una corposa fornitura di Nimesulide) e i racconti della Cesira erano stati relegati agli spazi pubblicitari del telefilm, sviluppando in lei inaspettate doti di sintesi.
Ah, che brutta cosa signora mia, diceva a Fox, che momenti, che …che … che due palle, e intanto digitava sul cellulare l’ennesimo messaggio all’ennesima amante/conoscente/semplice corrispondente.
Occhi pirletti sedeva ai piedi della Funga, come in adorazione. La Zia, rognosetta più del solito, lanciava cellulari e vaneggiava di Superbi Cimiteri Monumentali, a tutto vantaggio del Genovese che, ancora estasiato dalle cipolle ripiene di tonno, sembrava aver finalmente trovato la pace dei sensi. O almeno quella del gusto, che quella dell’udito, vista la inspiegabile e perdurante frequentazione con la Zia non è per lui cosa di questo mondo.
di Elvira Tonelli | 2/11/2004